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Grano, pasta e riso: da febbraio 2018 obbligo di indicare l’origine in etichetta

A partire da febbraio 2018 scatterĂ   l’obbligo per i produttori di indicare in etichetta l’origine della materia prima per grano, pasta e riso. Ma cosa ne pensano i produttori?

Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di Agosto 2017 due decreti, destinati ad entrare in vigore a Febbraio 2018.

Analogamente a quanto è successo ad Aprile per il latte ed i prodotti caseari, ai fini di garantire una sempre maggiore trasparenza al consumatore, i produttori di grano, riso e pasta avranno l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima.

Cosa prevedono nello specifico i Decreti:

Per il grano e per la pasta, le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno riportare in etichetta:

• Paese di coltivazione del grano: in quale paese il grano viene coltivato?

• Paese di molitura: in quale paese il grano è stato macinato?

Se coltivazione e molitura avvengono nel territorio di piĂą Paesi, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE/Paesi NON UE/Paesi UE E NON UE.

Se il grano duro è coltivato per almeno il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: "Italia e altri Paesi UE e/o non UE".

Per il riso, in etichetta dovranno essere indicati il paese di coltivazione, quello di lavorazione e quello di confezionamento.

Se tutte le fasi avvengono in un solo paese, ad esempio l’Italia, sarĂ  possibile mettere semplicemente la dicitura “Origine del riso: Italia”. 

Se le fasi avvengono in paesi diversi, analogamente a quanto avviene per grano e pasta, anche sul riso si dovranno riportare le diciture Paesi UE/Paesi NON UE/Paesi UE E NON UE, a seconda della provenienza.

L’indicazione dell’origine in etichetta per riso, grano e pasta è un importante passo avanti verso le esigenze dei consumatori italiani, che desiderano sempre di piĂą essere informati riguardo la provenienza del cibo che mettono in tavola. 

In base alla consultazione pubblica effettuata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali online, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini, è emerso infatti che oltre l'85% degli italiani considera importante conoscere l'origine delle materie prime tra cui per l’appunto grano, pasta e riso, per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare.

Non mancano, però, obiezioni e opinioni controverse riguardo quanto sancito da tali Decreti.

Il precedente Decreto 1169/2011, ultimo aggiornamento della normativa in materia di etichettatura alimentare, aveva già introdotto la facoltà, per le aziende produttrici, di indicare in etichetta l’origine di grano, riso e pasta, tanto che molti lo fanno già. L’introduzione dell’obbligo, potrebbe essere quindi un inutile aggravio dei costi sostenuti dalle aziende per etichettare i propri prodotti, in quanto gli standard di sicurezza alimentare sono già ampiamente garantiti dalle normative esistenti.

Un’altra obiezione riguarda in particolare la filiera produttiva della pasta. I produttori fanno infatti notare che la qualità della pasta non dipende tanto dal paese di origine del grano, quanto dalla qualità del grano duro stesso, dal processo produttivo, e dalla miscela dei singoli ingredienti cerealicoli che vanno a comporre il prodotto finito. Non è detto quindi, che tutto il grano italiano sia migliore rispetto ad un grano duro di alta qualità importato da altri paesi, e si teme che invece ai consumatori possa passare erroneamente questo messaggio.

Per ulteriori informazioni contattateci, i nostri professionisti sono a vostra disposizione.


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